Un nuovo punto di partenza

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Ci eravamo lasciati così, o meglio avevo abbandonato un po’ tutto per concentrarmi al meglio sull’obiettivo dell’anno, quell’obiettivo a me tanto caro, tanto da investirci buona parte del mio tempo e di me stesso per poterlo realizzare: IRONMAN 70.3 Barcellona.

Non è facile nemmeno trovare un punto da cui iniziare, trovare le parole giuste per farlo, per potervi raccontare al meglio il tutto. Succede, come per tutte le cose, che si comincia un po’ per caso..Io ho iniziato ad avvicinarmi al triathlon, come molti ormai ben sanno, per una sfida con me stesso. Antisportivo per eccellenza, maniglie dell’amore in abbondanza, e quell’articolo di giornale capitatomi per caso fra le mani in cui DANIEL FONTANA spiegava come tutti potessero iniziare a fare triathlon, unico requisito “BASTAVA VOLERLO”.

Beh non è stato facile, specialmente per uno come me che aveva più paura dell’acqua che del fuoco. Un percorso fatto di sacrifici, di rinunce, ma anche pieno di gioie e soddisfazioni. Ricordo ancora con un’emozione immensa quel primo luglio 2012, la mia prima gara di triathon, Olimpico Ecochallenge di Fiastra, le lacrime della vigilia per la paura di arrivare ultimo, il cuore in gola al fischio di partenza, le urla di mia sorella all’uscita dell’acqua che dicevano “corri marco, ne hai tanti dietro!!”. Un percorso stupendo che mi ha portato a pormi delle vere e prorpie aspettative su me stesso.

22 maggio 2016 – IRONMAN 70.3 Barcellona. 1,9km a nuoto, 90km in bici e 21km di corsa. Un obiettivo, una scadenza.

Quello che cercavo sicuramente non era arrivare alla fine, si è normale, è bello comunque indossare la madaglia di Finisher, non è che chiunque al mattino si sveglia e dice “oggi faccio un mezzo ironman”, ma io cercavo qualcosa in più, quel qualcosa in più che ancora oggi faccio fatica a capire perchè mi sia stato tolto. Era l’investimento di un anno, di sveglie all’alba, di uscite in bici con la pioggia, di allenamenti duri, 9 a settimana per la precisione. Direte voi, beh chi te lo ha fatto fare? Non lo so nemmeno io sinceramente, so solo che si è innescato automaticamente un meccanismo per il quale se ti fermi stai male, per il quale sei pronto a dare tutto te stesso, come una droga, e sicuramente che sia il trithlon, il calcio, il nuoto, la scherma..lo sport è sicuramente la droga più bella di cui poter fare uso. Volevo battere me stesso, quell’obiettivo stabilito insieme al coach su cui lavorare per una stagione, una gara con un percorso in bici impegnativo (per questo la scelta di Barcellona) e un  range per portarla a termine abbastanza ampio: dalle 5h alle 5h e 30′. Per uno come me, che non si sente mai sufficientemente all’altezza, mai sufficientemente pronto non era facile affrontare tutto ciò, il mio vecchio coach mi diceva sempre:”vai benissimo così, l’unica cosa che non devi avere è paura di vincere”; e questa  volta avevo deicoso che sarebbe stato diverso, questa volta sarei arrivato al grande giorno sicuro di me, certo dei miei mezzi.

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Così è stato, sono arrivato in Spagna, convinto di far bene. I test e i tempi in allenamento parlavano chiaro, non lasciavano dubbi: l’obiettivo prefissato era altamente alla mia portata.

Oramai mancava solo un cancello da aprire, per 9 mesi ne avevo aperti 99, (anche di molti duri devo dire) ne mancava solo uno, forse il più facile, quel cancello che ancora oggi devo capire perchè non si sia aperto. Beh, vi starete chiedendo voi.. sei caduto? Non sei arrivato? di cosa ti lamenti. Si, alla fine sotto quel traguardo ci sono passato, con un crono di 5 ore e 45′ e un “sogno” rimasto a metà.

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Non è facile dopo tutto riuscire a ripartire, non è facile lo devo ammettere nemmeno per uno come me che riesce sempre a trovare una parola di conforto e di incoraggiamento verso tutti, forse proprio perchè stavolta le uniche parole da dire dovrei rivolgerle a me stesso. Ho provato a guardarmi indietro, a guardarmi dentro, non riuscendo ancora dopo un mese a trovare una spiegazione a tutto ciò. Piombato in un certo senso, in un vuoto e sconforto che mai prima mi era capitato. Persa la voglia di allenarmi, di gareggiare, ho perfino disertato alcune gare a cui mi ero iscritto, Non è facile trovare lo stimolo giusto dopo aver investito te stesso ed aver “fallito”.

Non è facile ricomincire tra i “bravo, complimenti”, di chi magari sperava magari nemmeno arrivassi alla fine (e vi posso assicurare che ce ne sono tanti). Però è anche vero che per 10 persone che godono di un tuo fallimento ce ne sono altrettante che gioiscono per te.

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E’ per questo che da oggi ho deciso di ripartire, ho deciso di farlo oltre che per me stesso per tutti quelli che in me vedono un esempio da seguire (bell’esempio, vabbè sono particolari), per chi la sera stessa della gara sapendo quanto ci fossi rimasto male mi ha fatto arrivare un messagio con scritto “GRANDE, indipendentemente dalle ore, dai minuti, dai secondi..daje”; per chi da casa, ogni volta che “scendo” in gara è  col cuore in gola per me; per chi è su internet  a seguire il mio live, per chi mi segue sui social, per chi semplicemente quando mi vede per strada mi dice “ma come fai..ti stimo tanto”..e per chi soprattutto vorrebbe tanto fare ciò che sto facendo io ma per motivi molto più gravi di un quarto d’ora di ritardo non può farlo.barcellona_02

Forse i veri problemi della vita sono altri, allora non resta che rimboccarsi le maniche e provarci ancora. E’ per questo che oggi sono sceso in acqua prorpio nella piscina che mi ha visto muovere per la prima volta una bracciata, per ritrovare la forza e la voglia di ricominciare, ma soprattutto per ritrovare me stesso. Da oggi si riparte, guardando avanti, guardando ancora più lontano, perchè come dico sempre, ANCHE IL PIU’ LONTANO DEI TRAGUARDI PUO’ RAPPRESENTARE UN NUOVO PUNTO DI PARTENZA.